“I corpi di Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini occupano da quasi mezzo secolo la scena della nostra Storia di ombre. Corpi a cui non è stata data ancora degna sepoltura. Corpi su cui inciampa, storcendosi le caviglie, un’intera nazione: amici, nemici, distratti o interessati, autenticamente indifferenti o affetti da un’assai consapevole ansia di rimozione, è impossibile per molti non farci i conti. E allora può accadere che questi fantasmi tornino a interrogarci con le loro parole, scomode e urticanti, che troppi, quando erano in vita, irrisero, volutamente distorsero o non vollero ascoltare.
La tragica conclusione delle loro vite matura all’interno di vicende diverse, accomunate però dal medesimo contesto storico: Moro e Pasolini, da postazioni fatalmente contrapposte, vissero con crescente e acuto dolore quello stesso clima, cercando ciascuno di immaginare possibili soluzioni. Pur all’interno di condizioni esistenziali e caratteriali diametralmente opposte, entrambi finirono per sprofondare nel medesimo stato di angoscioso isolamento.
Fino al tragico epilogo.
Per questo motivo ho scelto di riportare in scena, eccezionalmente insieme, i due lavori teatrali più rappresentativi di questo mio percorso: Con il vostro irridente silenzio – ‘rituale scenico’ dedicato alle carte di Moro – e Il male dei ricci – Ragazzi di vita e altre visioni, sintesi e nuova elaborazione drammaturgica di precedenti lavori dedicati a Pasolini.
Restituire una voce a questi due fantasmi non è, oggi, soltanto un esercizio di memoria ma un rito collettivo più che mai necessario a un’intera comunità.”
Fabrizio Gifuni