Morte Borromini

"Concerto per Amleto", per orchestra sinfonica - 2016

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Marrone e Gifuni gran coppia per Amleto

I testi di Shakespeare e le suite di Šostakovič

Con Rino Marrone non si va mai incontro all’ovvio; anche quando non dirige il suo fido e sperimentato “Collegium”, Marrone compila sempre programmi di stimolante interesse e così è stato anche quando è tornato sul podio dell’orchestra sinfonica della provincia, esibitasi, per fortuna degli ascoltatori (una volta tanto più numerosi del solito) allo Showville.
Il tema della serata era “Concerto per Amleto” e univa in una suite abilmente articolata, le musiche che il grande Šostakovič scrisse nel 1932 per arricchire per una produzione teatrale del dramma scespiriano (messo in scena da Nicolai Akimov) e nel 1964 come colonna sonora della versione cinematografica del dramma, con la regia di Kozintsev. Venticinque brani in tutto, sicuramente in “prima” a Bari, ma forse anche in Italia.
Nell’arco della sua lunga, e tormentata, carriera, il musicista russo (1906-1975), ripetutamente passò “dalla polvere agli altari”, ma pur variando ed anche sensibilmente la sua cifra stilistica, mantenne sempre una fondamentale coerenza, assumendo – oggi possiamo ben dirlo – una posizione di prestigio che ne fa uno dei maggiori compositori del ‘900. L’impatto, diverso e sensibilmente, con la vicenda del principe di Danimarca, stimolò in maniera incisivamente colorita la sua vena creativa, ed i brani brevi o meno, originali o abilmente inseriti (si pensi all’impiego del classico tema del Dies Irae) danno vita ad una suite colorita, avvincente, ricca di spunti estremamente varii, nei quali l’ironia a tratti amara, si intreccia con tensioni agghiaccianti o momenti – rari, comunque – di più distesa e cantante melodiosità. Musica di per sé quindi meritevole di ascolto.

Ma l’occasione è stata propizia per creare una serata ricca di ulteriore avvincente presa e questo grazie alla genialità creativa ed al trascinante talento teatrale di Fabrizio Gifuni. Il giovane e valente attore – meglio sarebbe definirlo “uomo di teatro” a tutto campo – ha infatti assortito un accorto e stimolante collage di brani tratti dal lavoro di Shakespeare, alternandoli come posizionamento ai momenti musicali, ma li ha detti con una ricchezza incredibile di modulazioni recitative, che faceva da pendant fascinoso alla musica. La voce di Gifuni si è trasformata in uno strumento trascinante, dai toni e dai timbri estremamente varii, camaleontica potremmo dire, ideale complemento al tipo di musica. Un’alternanza serrata e travolgente che ha affascinato il pubblico. Va aggiunto che per l’orchestra barese la prova era quanto mai impegnativa, ma gli strumentisti hanno saputo, una volta di più, realizzare impeccabilmente le intenzioni di Marrone.
Un concerto – meglio sarebbe dire uno spettacolo – di straordinaria efficacia e realizzato benissimo e che sarebbe un vero peccato se non venisse portato anche al di fuori di Bari. Pubblico entusiasta e che alla fine ha richiamato ripetutamente alla ribalta Marrone e Gifuni. Prima del concerto è stato osservato un minuto di raccoglimento per i morti di Lampedusa.

Nicola Sbisà – La Gazzetta del Mezzogiorno, 6 ottobre 2013