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Freud

Foto di Masiar Pasquali, Piccolo Teatro di Milano

"Freud o l'interpretazione dei sogni" - 2018

di Stefano Massini
riduzione e adattamento Federico Tiezzi e Fabrizio Sinisi
regia Federico Tiezzi
scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca
luci Gianni Pollini, video Luca Brinchi e Daniele Spanò
movimenti Raffaella Giordano, preparazione vocale Francesca Della Monica
trucco e acconciature Aldo Signoretti
con (in ordine alfabetico) Umberto Ceriani, Nicola Ciaffoni, Marco Foschi, Giovanni Franzoni, Elena Ghiaurov, Fabrizio Gifuni, Alessandra Gigli, Michele Maccagno, David Meden, Valentina Picello, Bruna Rossi, Stefano Scherini, Sandra Toffolatti, Debora Zuin
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Milano, Piccolo Teatro Strehler – da gennaio a marzo 2018

Hanno scritto dello spettacolo...

“Questo è uno di quegli spettacoli che non ti togli di dosso facilmente (…)
È uno spettacolo che fa ronzare il cervello, agita la fantasia, porta il sangue a mille giri (e lo raffredda).
Fabrizio Gifuni fornisce una prova di presenza mirabile. Tutto gira intorno a lui: è in scena per due ore e mezza (lo spettacolo, con l’intervallo, arriva alle tre ore, che scorrono velocissime). Tutto si muove grazie a lui, intorno a lui, dentro di lui. È l’uomo che pensa del sipario, l’incrinatura della prospettiva geometrica, il cervello popolato da fantasmi, da coccodrilli, è un uomo nudo che corre tra redingote, abiti lunghi e ombrelli aperti, tutti neri, tra Magritte e Kantor: corre nudo dietro al funerale che chiude, con immagine bellissima, il primo atto, lo sprofondamento nell’ancestrale e il tentativo di capire, di trasformare l’incubo in immagini, di decifrare le metafore del sogno”
Massimo Marino, doppiozero.com

Sarebbe, Freud, uno spettacolo da tenere in repertorio, come l’Arlecchino, a insegnamento, a futura memoria, nel cuore del mutamento: nel momento in cui le religioni non ci credono più e fanno di tutto per rinnovarsi – e si raccontano, ahi! la fiaba dei fondamenti – nel momento in cui la specie si guarda nello specchio della propria memoria. (…) Nell’intervallo mi sorge accanto Massimo Marino: ecco: diciamo la stessa parola: stupendo.
Giuliano Scabia, doppiozero.com

Fabrizio Gifuni per tre ore conduce in maniera strepitosa il gioco incessante dell’indagine e della ricostruzione (…) E bisognerebbe nominarli tutti gli attori meravigliosi che quelle vite fanno girare. Sono tutti bravissimi attorno a Gifuni/Freud, grande e umanissimo mago delle loro incomprese esistenze”
Gianfranco Capitta, Il Manifesto

Magnifico lavoro di regia, per me, oggi, il culmine della “Way of Life” ma anche e soprattutto “Way of Theatre” di Federico Tiezzi. (…)
Il Sigmund Freud di Fabrizio Gifuni s’impone all’attenzione degli spettatori per la sua duttilità nel padroneggiare i diversi cambi di situazione, mantenendo senza affanno la stabilità della propria presenza. (…) Ci sa trasmettere con autorevolezza e leggerezza allo stesso tempo l’ansia di conoscenza ma anche di certezza di Freud come se avesse fatto suo il celebre verso di Shakespeare dove si dice che gli uomini sono fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, ma anche nella naturalezza con cui sa destreggiarsi nel fluviale anche se ridotto testo, dato da sognare ai registi e agli attori.”
Maria Grazia Gregori, delteatro.it

Un cast formidabile (…) Una regia labirintica in cui gli attori pazienti riflettono i tormenti di questi uomini senza qualità. Su tutti si staglia il grande Fabrizio Gifuni che interpreta il padre della psicanalisi con una sensibilità che rappresenta l’ultima sfida del suo formidabile talento. (…) Successo strepitoso.
Enrico Groppali, Il Giornale

“Filo conduttore di elettricità è il personaggio stesso del medico austriaco che inaugurò il ‘900, affidato a uno strepitoso Fabrizio Gifuni.”
Claudia Provvedini, rumorscena.com

Le vie del dubbio, della domanda, dell’introspezione, perfettamente e con ricchezza percorsa da Gifuni/Freud. I pazienti, bravi e intensi tutti gli attori, i loro sogni, e un genio che pensa, elabora, fino a vedere l’arcaico, l’immutabile dentro l’animo umano.”
Magda Poli, Corriere della Sera

Fabrizio Gifuni restituisce magistralmente questo Freud così umano…
Paolo Perazzolo, Famiglia Cristiana

Chapeau a Fabrizio Gifuni-Sigmund Freud abile equilibrista sul crinale delicato e sottile della dialettica sogno-realtà, saggio nella scelta di massimo controllo dei movimenti e con un carisma che gli permette di essere un potente magnete in scena”.
Michele Sciancalepore, L’Avvenire

“Non è affatto semplice raccontare uno spettacolo come questo. Il primo invito è quello di andare a vederlo perché è un’esperienza che va fatta in prima persona. (…) Fabrizio Gifuni… funambolo della parola, la incarnana impeccabilmente in un corpo che vibra del desiderio di conoscersi (e conoscere) e in una voce in cui, a tratti, riecheggia l’Amleto Pirobutirro del suo indimenticabile ‘L’ingegner Gadda va alla guerra‘ (regia di Giuseppe Bertolucci). Freud-Gifuni vibra della vertigine che si prova sull’orlo dell’abisso.
Maria Lucia Tangorra, milanoweekend.it

“Freud o l’interpretazione dei sogni, quasi tre ore di godimento estetico con interpreti d’eccezione, primo fra tutti l’instancabile e intenso Fabrizio Gifuni, che ci guida alla scoperta di un Freud più umano. (…) Fulcro dello spettacolo è la figura di Sigmund Freud, interpretato magistralmente da Gifuni: un uomo lacerato da dubbi e domande, che procede per tentativi e a volte fallisce.”
Gilda Tentorio, Frammentirivista.it

“Fabrizio Gifuni, un Freud pensoso, tormentato, intensamente rivolto a scrutarsi dentro…”
Renato Palazzi, Il Sole 24 ore

“Carismatico, magnetico, Fabrizio Gifuni…”
Daniele Stefanoni, dramma.it

“Federico Tiezzi si conferma il regista che più ha raccolto il gusto estetico di una stagione alta del teatro italiano di regia e il suo è uno spettacolo che tiene l’impegnativa materia con maestria, rigore e concentrazione.
Anna Bandettini, La Repubblica (inserto Robinson)

Un girotondo di esistenze perdute, talora ritrovate, talora smarrite per sempre. Un lungo viaggio dentro la testa di Freud, nel cuore di tenebra dell’io, del teatro, di un’Europa in disperata ricerca di una nuova identità”.
Giuseppina Manin, stateofmind.it

E’ più di uno spettacolo (…) qualcosa di vivo che accade insieme al pubblico, che cambia chi lo condivide. (…) Fabrizio Gifuni incarna Freud in un definitivo prodigio…
Concita De Gregorio, La Repubblica (Invece Concita)

“Il Freud di Massini, splendidamente interpretato da Fabrizio Gifuni, è un personaggio profondamente umano (…) Non è il super-psicologo senza falle che noi ricordiamo e il suo metodo è tutt’altro che perfetto.”
Valentina Basso, saltinaria.it

La pazzia dei pazienti è la pazzia di Freud, la nudità dei casi è la nudità di Sigmund davanti all’immensità della sofferenza, davanti al padre Jacob, commerciante di stoffe ottuso e giudicante. L’interpretazione dei Sogni è uno spettacolo teatrale bello, complesso, importante che ha bisogno di attenzione e intenzione, che non finisce dopo le tre ore in cui si svolge, lo si porta a casa, lo si elabora, lo si sogna e lo si interpreta. Perché il sogno è il teatro di se stessi, la messinscena della nostra verità più inconfessabile. Bravissimo Fabrizio Gifuni che veste i panni di Freud, bravissimi gli attori che interpretano i casi umani.”
I Rabdomanti, Rabdo.blog

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Solo l’amare, solo il conoscere conta

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"Solo l'amare, solo il conoscere conta..." da Pier Paolo Pasolini reading

con Fabrizio Gifuni

Pistoia, Dialoghi sull’uomo – 26 maggio 2018

Una serata di letture dedicate a Pier Paolo Pasolini attraverso la straordinaria voce di Fabrizio Gifuni, che da anni ne sta indagando l’opera, in un personale “corpo a corpo” con la sua scrittura. Della sterminata produzione pasoliniana si presentano alcuni testi tratti dalle Lettere luterane e dagli Scritti corsari, che testimoniano la riflessione sulla “mutazione antropologica” e “l’omologazione culturale” degli italiani, su cui il grande intellettuale ebbe il coraggio di rompere le regole creando scandalo. Accanto al Pasolini intellettuale-sociologo, Gifuni propone alcune delle sue poesie più evocative, a testimonianza di quanto la sua vita, la sua opera e la sua stessa morte costituiscano ormai un unico corpo poetico in cui è difficile separare un aspetto dall’altro. A colpire Pasolini e a mettere in moto la sua immaginazione e creatività è la realtà quotidiana, la vita che si svolge sotto gli occhi di tutti e su cui ci ha lasciato pagine indimenticabili.

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Il processo di Franz Kafka

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"Il processo" di Franz Kafka - 2019 reading

con Fabrizio Gifuni

Roma, Corte di Cassazione – 26 settembre 2019

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Con il vostro irridente silenzio

Con il vostro irridente silenzio

"Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro" - 2018 - 2024

Ideazione, drammaturgia e interpretazione di Fabrizio Gifuni

Si ringraziano Nicola Lagioia e il Salone Internazionale del Libro di Torino, Christian Raimo per la collaborazione, Francesco Biscione e Miguel Gotor per la consulenza storica

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto. La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura. A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle. I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre. Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.

Torino, Inaugurazione del 31° Salone Internazionale del Libro – 9 maggio 2018

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Fatalità della rima

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"Fatalità della rima. Omaggio a Giorgio Caproni" - 2018/2024 reading

Ideazione, drammaturgia e interpretazione di Fabrizio Gifuni

Milano, 1^ rappresentazione Teatro Franco Parenti – 10 giugno 2018

Sassuolo, Crogiolo Marazzi- 15 dicembre 2018

Torino, Teatro Astra – 12 ottobre 2019

Roma, Teatro Vascello – 17 febbraio 2020

Pordenone, Teatro Verdi – 12 maggio 2022

Varese, Giardini Estensi – 20 giugno 2022

Riccione,  Sala Teatro del Palazzo del Turismo – 28 gennaio 2024

Sorrento, Teatro Tasso –  22 febbraio 2024

Fabrizio Gifuni ci accompagna da anni in un sorprendente viaggio nel multiforme corpo della lingua italiana.

Le ‘officine di lavoro sempre aperte’ di Gadda e Pasolini, “la carne che si rifà verbo” nella dirompente lingua di Testori. Senza mai dimenticare Dante.

Non poteva mancare in questo potente spartito la musica leggera e profondissima di Giorgio Caproni. Un’incursione nella selva acuta dei suoi pensieri, nelle segrete gallerie dell’anima di uno dei più grandi poeti del ‘900.

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