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Premio Speciale Elio Petri

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Premio Speciale Elio Petri 2022 a Fabrizio Gifuni - Festival del Cinema di Porretta Terme, 4 dicembre 2022

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 Diberti & C S.r.l. (Film Agency)
Via G. P. Pannini, 5 – 00196 Roma
Tel. 06.85304810
www.dibertiec.com

Natalia Di Iorio (for theatrical performances distribution)
info@cadmostudio.it

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fabriziogifuni@yahoo.it

Website by Sabrina Persichetti

English translation by Lynn Swanson

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nomination premio montecarlo 2019

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Awards and Honors

Nomination for Montecarlo Television Festival - 2019

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Nomination David di Donatello

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Awards and Honors

Nomination for David di Donatello - 2012

Nominations for David di Donatello and the Nastri d’argento

Kineo Diamond of Cinema Award as Best Supporting Actor

Cinema and Territories Award for his interpretation of Aldo Moro(“Romanzo di una strage”, Piazza Fontana: the Italian Conspiracy))

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Premio Cariddi d’oro 2016

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Premio Cariddi d'oro - 2016, Taormina Film Festival

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Premio Aroldo Tieri

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Awards and Honors

The Aroldo Tieri Prize 2017

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Laurea Honoris Causa

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Honorary Degree in Italian Literature, Modern Philology and Linguistics - 2018

Come colui che si è dedicato con straordinaria passione ed eccezionale intelligenza alla fine rappresentazione dei più importanti autori della letteratura italiana e straniera; e inoltre, con maestria davvero mirabile, ha rivelato i segreti della voce umana e i misteri della recitazione, coltivando parimenti, con animo coraggioso ed assidua coerenza, l’arte dell’interpretazione e l’impegno civile.

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Diploma Honoris Causa in Recitazione

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Honorary Degree in Acting Centro Sperimentale di Cinematografia - 2018

Al cinema e in teatro, come attore e come regista, Fabrizio Gifuni lavora da sempre per mantenere viva la memoria culturale, artistica, poetica e politica del nostro Paese. Ha dato il proprio volto a personaggi centrali della storia d’Italia come Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Papa Paolo VI, Franco Basaglia, Giuseppe Fava. Da solo e in collaborazione con Giuseppe Bertolucci ha realizzato spettacoli teatrali importantissimi da e su Pier Paolo Pasolini e ha registrato la lettura integrale di “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana” di Carlo Emilio Gadda. A questo, naturalmente, si aggiungono ruoli cinematografici di grande rilievo in film come “Il capitale umano” e opere televisive come “La meglio gioventù”.
Per l’impegno civile e la qualità del suo lavoro, è uno dei pochi artisti italiani per il quale non è sprecata una definizione difficile e nobilissima, apparentemente desueta ma tutta da rivalutare: quella di intellettuale.

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Premio Volonté 2012

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Gian Maria Volonté Prize 2012

Cosa caratterizza la personalità artistica e umana dell’attore, regista e drammaturgo Fabrizio Gifuni? Certamente bravura e lucidità, ma anche rigore, spessore e onestà intellettuale che si accompagnano alla sua dignità, alla consapevolezza del proprio ruolo e della propria funzione, alla sua sensibilità civile e politica. Tutte qualità – vissute in prima persona e con grande passione – che contraddistinguono il lavoro di Gifuni, un attore completo e totale il cui talento, educazione e cultura offrono il senso di un lavoro prezioso, originale e desideroso tanto di riscoprire e sperimentare quanto di eccellere nella ricerca di storie e personaggi complessi.

Attore di cinema e di televisione, autore, interprete e regista teatrale capace di capitalizzare il proprio lavoro – svolto con eleganza e intelligenza davanti al grande pubblico in tanti film e tante fiction di significativo successo – al fine di permettersi la libertà artistica e personale di portare in giro per l’Italia intensi ed emozionanti spettacoli teatrali dai vasti orizzonti culturali in cui sublimare le suggestioni delle idee e delle parole di grandi del passato – da Gadda a Pavese a Pasolini – che Gifuni rilegge, rivive e racconta in un flusso ininterrotto di pensieri e di emozioni volti a interpretare, a spiegare e a comprendere il nostro presente alla luce di un passato che non può e non deve essere dimenticato.

Il suo lavoro di artista, la sua esplorazione della memoria, la nostra memoria, assomigliano molto a quelli dell’intellettuale eclettico che con passione e ironia guarda in maniera disincantata al nostro presente. Una scelta di vita culturale che – oltre a eleggerlo, di fatto, quale erede ideale di un grande Gian Maria Volonté – ci fa guardare con attenzione e ammirazione al suo impegno nella società civile in un momento storico in cui è più facile astenersi o piegarsi che reagire.

E’ quindi per il suo impegno coniugato ad un talento magnifico sempre proteso a ricercare e raccontare le vite e le storie, le “storie degli altri”; per la sua lungimirante caparbietà e la sua viva ironia coniugate all’irrefrenabile desiderio di difendere il diritto ad essere un sognatore, che gli viene tributato il Premio Gian Maria volonté.

 

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Gian Maria Volontè

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Gian Maria Volonté

Il canto di Ulisse – frammenti di una battaglia

Due uomini corrono a perdifiato, trascinando pesanti taniche d’acqua.
Tutt’intorno strade divelte, palazzi sventrati, macerie fumanti.
Nell’aria sospesa, qua e là, un grido d’allarme.
Siamo ai primi di dicembre del 1994 e il vecchio ponte, da cui la città ha preso il nome, è stato abbattuto, con venti granate, poco più di un anno prima.
L’uomo che sembra più anziano ha i capelli bianchi, arruffati dal vento.
Inciampa, cade. Ma poi si rialza e riprende la corsa.
Durante due soste, per riprendere fiato, confida all’altro che ha passato mesi e mesi chiuso in un laboratorio, nel tentativo di risolvere la formula di una vecchia sostanza chimica. E che i suoni delle sostanze che sgocciolavano sembravano, a tratti, la musica di una misteriosa canzone.
Poi è scoppiata la guerra; e da allora si è dedicato solo a proteggere la cinemateca della città, di cui è direttore. “Che ne resti la memoria”, dice. E con occhi spauriti di bambino, conclude: “.. ma adesso che senso potrebbe avere qualsiasi cosa, in mezzo a tutto questo massacro?“.
Mine anti-uomo, cluster bombs, cecchini fantasma – chirurgia dell’orrore. In quella voce affannata c’è la furia bestiale dell’uomo sull’uomo che, attraversati i suoi occhi, per canali segreti, si è fatta suono. Agonia di parola. Radiografia vocale di un paesaggio straziato. Poi, in un lampo d’improvvisa ironia, mormora: “In questa città la migliore amica degli uomini è la nebbia. Manca la visibilità, i tiratori sono costretti a fare una pausa. Qui i giorni di nebbia sono giorni di festa.”
I due, stremati, riprendono, infine, la corsa.
Li vediamo, di spalle, correre verso un ponte e attraversarlo. Ma prima di averlo passato completamente una voce, da un altoparlante, gli intima di fermarsi: “Stop!!”

L’uomo giusto – narra una leggenda turca – raggiunge l’Altrove passando su una passerella più sottile di un capello e più affilata di un rasoio.
Un arco celeste, purissimo.

Il giorno dopo i nostri uomini sono ancora vivi. Via da Mostar. Diretti a Spalato;
da lì a Zagabria. In aereo raggiungono Skopje, in pullman Florìna.
Durante il tragitto, l’uomo che sembra più anziano ha voglia di cantare. Sussurra qualcosa. Forse ricorda quella strana canzone? Ad un tratto ripensa ai suoi film: “una sequenza ininterrotta contro la cultura della morte”.
E’ notte adesso e vorrebbe dormire. Nella sua stanza d’albergo – chissà perché – si siede per terra. Il suo cuore è stanco, troppa guerra negli occhi. Ma mentre si addormenta si domanda se correre, trascinando pesi, fra le macerie di una città sia una pena infernale adeguata per un attore.
E con un sorriso beffardo, Gian Maria Volontè varca il suo ponte verso l’Ignoto.

Quelle girate a Mostar, il giorno prima, sono le sue ultime immagini.

Fabrizio Gifuni